The Story of Son by J.R. Ward

The Story of Son by J.R. Ward

autore:J.R. Ward
La lingua: ita
Format: epub
editore: Rihannon


Capitolo 5

Quel pensiero le fece aggrottare la fronte. Come sarebbe stato trattato Michael fuori di lì? Come se la sarebbe cavata lontano dalla sua prigione? Dove sarebbe andato durante il giorno? Cosa avrebbe fatto?

L'attico con tutte quelle finestre era fuori questione. Avrebbe dovuto comprare un'altra casa. Sì, una casa. Magari a Greenwich o da qualche altra parte vicino alla città. Gli avrebbe preparato una camera da letto in cantina dove poter stare.

Solo che... non era anche quella una prigione? Non lo stava intrappolando anche lei? Perché quello che vedeva dall'altra parte era lui rinchiuso, in attesa del suo ritorno. Non meritava anche lui di godersi la vita? Per conto proprio? Forse perfino con altri come lui? Ma come trovarli?

Michael si mosse accanto al suo corpo nudo. La baciò sul collo e disse,

"Vorrei che...

"Cosa?"

"Vorrei che ti nutrissi come faccio io. Vorrei darti qualcosa di me stesso."

"Mi hai dato..."

"Farò tesoro di questa notte per sempre." Claire aggrottò la fronte.

"Ce ne saranno altre."

"Questa è stata particolarmente speciale." Beh, ovviamente. Era stata la sua prima volta, pensò Claire arrossendo.

"Lo credo anch'io." E in quel momento arrivò l'ultimo pasto. La colazione.

Michael si alzò e le portò il vassoio d'argento. Quando lo posò sul letto, la candela sul comodino si accese e la tenue luce bastò a Claire per vedere Michael che passava un dito sul manico della forchetta d'argento.

Era quasi arrivata l'ora della fuga, pensò. E lo sapeva anche lui. Claire si alzò, lo prese per mano e lo portò in bagno. Aprì l'acqua nella doccia e sottovoce gli disse,

"Dimmi qual è la procedura. Cosa succede quando Fletcher arriva per le donne?" Michael sembrava confuso ma poi le spiegò il programma.

"Dopo il pasto, vado nell'angolo e mi incateno. Lui controlla da un buco nella porta. La donna è sul letto, proprio come quando è arrivata. Lui porta dentro il carrello, la sposta lì sopra, e poi esce. Dopo, io sono drogato. Lui mi libera dalle catene. Ed è fatta."

"Come sono le donne?"

"Scusami?"

"Sono prive di sensi? Si rendono conto di qualcosa? In che stato si trovano?"

"Sono immobili. Gli occhi aperti ma non sembrano rendersi conto di ciò che succede loro intorno."

"Quindi il cibo è drogato. Quel cibo è drogato." Ma andava bene. Claire non aveva problemi a far finta di essere svenuta.

"Come fai a sapere quando sta per arrivare?"

"Arriva quando faccio uscire il vassoio e mi incateno." Claire prese un bel respiro.

"Ecco cosa faremo. Voglio che ti incateni ma lascia una delle chiusure dei polsi allentata..."

"Non posso farlo. Ci sono dei sensori. Non so come, ma lui lo sa. L'anno scorso una chiusura era allentata perché ci era rimasta incastrata dentro una parte della manica. Lui lo sapeva e mi ha fatto metterla a posto prima di entrare." Dannazione. Avrebbe dovuto fare tutto da sola. Il suo unico vantaggio era che Fletcher si sarebbe dovuto avvicinare e prenderla in braccio.

Claire aspettò ancora un po' poi chiuse l'acqua. Dopo aver sbattuto l'asciugamano in giro nell'oscurità, riportò Michael in camera da letto. Prese la forchetta d'argento dal vassoio e se la infilò in tasca, poi ci ripensò.



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